Alberi sospesi e pesci terrestri
Per la prima volta dal 2016, l’acquario del Museo di Storia Naturale si è arricchito di una nuova vasca espositiva, dedicata alle acque dell’Oceania, completando quindi i settori dedicati alla biodiversità nei vari continenti.
Si tratta di un’esposizione unica rispetto alle precedenti: nonostante ci troviamo nell’acquario d’acqua dolce più grande d’Italia, l’acqua nella vasca è salmastra, ovvero presenta un livello di salinità più alto delle tipiche acque dolci, ma non al livello di quelle salate, tipico delle zone di foce. Per darvi un’idea, la concentrazione salina nell’acqua della vasca si aggira intorno al 10%, mentre nel mar Mediterraneo varia tra 35 e 39%, a seconda delle zone.
L’ambiente riprodotto è quello della foresta di mangrovie, un bioma che si estende lungo le foci e le zone costiere nella fascia equatoriale e tropicale (o anche subtropicale). Si tratta di una tipologia ambientale piuttosto difficile da colonizzare; le escursioni di marea e i cambiamenti di salinità lo rendono un habitat estremamente instabile ma le mangrovie si sono perfettamente adattate per sopravvivervi.
Caratteristica più appariscente di queste piante sono le radici che invece di svilupparsi sottoterra, si innalzano sopra il suolo e tengono sollevato il tronco, formando una struttura simile ad una ‘gabbia’ sotto di esso. Queste radici aeree, note con il termine di pneumatofori, hanno la funzione di mantenere la pianta sopra il livello dell’acqua anche durante le fasi di alta marea, evitando così che affoghi. Le mangrovie sono inoltre in grado di espellere il sale in eccesso assimilato dall’acqua marina. Grazie a questi adattamenti prosperano nel loro ambiente, costituendo spesso la componente vegetale dominante, se non unica.
Le imponenti radici che potete osservare nella vasca non sono autentiche ma riproduzioni in resina realizzate dallo staff del museo; i tre piccoli germogli che si osservano sullo sfondo sono invece piante vive, appartenenti al genere Rizophora. Queste mangrovie presentano una particolarità nella riproduzione: il seme germoglia prima di cadere dalla pianta, così quando raggiunge il suolo impiega meno tempo a radicarsi ed evita di essere portato via dalle acque.
Le mangrovie hanno un’importanza fondamentale per gli ecosistemi naturali. Esse formano una barriera contro maremoti e tempeste e trattenendo il sedimento con le loro radici contrastano l’erosione della fascia costiera; nelle zone in cui sono state eradicate dalle attività umane, la costa è stata consumata dal moto ondoso e dalle maree, spesso con ripercussioni sulle popolazioni locali.
La foresta di mangrovie è inoltre un ambiente unico che ospita svariate specie animali: invertebrati, rettili, uccelli, mammiferi e ovviamente pesci. Alcuni frequentano questo ambiente occasionalmente, altri vi si trovano sempre e molte specie sono uniche di questo habitat.
Le mangrovie rappresentano inoltre un ambiente fondamentale per la riproduzione degli animali; le acque basse e il riparo creato dalle radici le rendono un luogo ideale per la crescita dei giovani individui. È il caso ad esempio del Monodattilo argentato (Monodactylus argenteus) e dello Scatofago maculato (Scatophagus argus), due specie di pesci che potete osservare all’interno della nuova vasca, ma le specie che scelgono le mangrovie come nursery (aree di riproduzione) sono moltissime, da quelle costiere a quelle di mare aperto; persino i giovani di alcuni squali si trattengono al sicuro in questo bioma, finché non sono abbastanza grandi da affrontare le sfide della sopravvivenza in mare.
Tra i pesci tipici di questo ambiente, una menzione particolare va al pesce arciere (Toxotes jaculatrix), dal muso appuntito e rivolto verso l’alto e con il corpo ricoperto da bande scure verticali, come potete osservare nella vasca. Il nome deriva dal loro peculiare stile di caccia: essi perlustrano la superficie intorno alle radici o sotto i rami bassi delle mangrovie e se individuano un insetto, possono colpirlo con un getto d’acqua emesso dalla bocca, per farlo cadere in acqua e mangiarlo. Avete letto bene: i pesci arciere sputano alle loro prede! Per fare ciò chiudono le branchie e premono la lingua contro il palato: in questo modo possono colpire un bersaglio a distanze superiori al metro e mezzo, non male per un pesce tra i venti ed i trenta centimetri di lunghezza! Questa abilità nel tiro a segno viene affinata con la pratica e osservando gli altri esemplari; i giovani infatti si spostano in branchi mentre gli adulti con più esperienza si muovono da soli per evitare di doversi contendere il cibo.
I pesci più strani che si possono trovare nelle foreste di mangrovie, sono senza dubbio i perioftalmi o saltafango (Periophthalmus sp.)
Se pensate di vederli nuotare in acqua con gli altri pesci, state solo perdendo tempo: dovete osservare la parte emersa della vasca e noterete come si spostano all’asciutto. Proprio così: i perioftalmi sono pesci che si muovono fuori dall’acqua e, contrariamente a quanto verrebbe da pensare, sono completamente a loro agio! Riescono a sopravvivere sulla terraferma trattenendo una riserva di acqua tra le branchie per mantenerle umide; inoltre sono in grado di assimilare ossigeno dall’atmosfera tramite la pelle e le mucose della bocca. I loro occhi sono posti nella parte superiore del capo, garantendo loro un ampio campo visivo; a volte li ritraggono all’interno delle orbite come comportamento necessario per mantenerli umidi.
Per spostarsi utilizzano le pinne; quelle pettorali sono robuste e articolate per essere ruotate mentre le pelviche formano una struttura a ventosa che viene usata per arrampicarsi. Normalmente i perioftalmi si spostano ruotando le pinne pettorali e spingendosi contro il terreno come un paio di “zampette” ma se serve muoversi in fretta possono sfruttare la coda come una molla per balzare avanti.
Durante la bassa marea i perioftalmi si aggirano tra i banchi di sabbia e fango in cerca di invertebrati da cacciare; in questi momenti è anche possibile osservarli mentre si affrontano per il territorio, sollevando le pinne presenti sul dorso come bandiere (quelle dei maschi sono molto più colorate di quelle delle femmine) e aprendo la bocca per apparire più minacciosi e intimorire i rivali. Quando la marea sale e l’acqua inonda il loro ambiente, si ritirano in tane scavate nel fango per evitare di essere mangiati da pesci più grandi.
Avete dunque visto come le mangrovie siano un ambiente unico e ricco di forme di vita affascinanti e bizzarre la cui tutela è di vitale importanza. Se volete ammirare dal vivo alcune di queste stranezze, vi aspettiamo a visitare la nostra nuova vasca presso l’acquario di Calci!
M.L.
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