Due ittiosauri nella TAC

Sabato 16 ottobre il reparto di radiologia dell’ospedale Cisanello ha ospitato due pazienti sui generis: due scheletri di ittiosauri conservati in altrettante lastre di pietra!
I paleontologi del Laboratorio di Paleontologia dei Vertebrati e del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa stanno infatti studiando questi reperti, acquistati dal museo tra il 1846 ed il 1904 e provenienti dal celeberrimo giacimento tedesco di Holzmaden. Nel Museo di Storia Naturale sono presenti tre esemplari di ittiosauri, tutti attribuibili al genere Stenopterygius. Due dei tre reperti (attualmente in esposizione nel museo) sono stati selezionati per essere sottoposti a delle indagini TAC.

Gli ittiosauri furono dei rettili completamente adattati alla vita acquatica. Respiravano coi polmoni, tornando in superficie come fanno oggi i cetacei, ma svolgevano tutta la loro vita immersi in acque marine: cacciavano, si accoppiavano, partorivano in mare.
Gli ittiosauri del genere Stenopterygius abitarono nelle acque più costiere di un antico oceano, la Tetide, durante il Giurassico inferiore (Toarciano), circa 180 milioni di anni fa. Tra il diciannovesimo e ventesimo secolo, gli scheletri fossilizzati di questi rettili marini furono trovati nel sud della Germania (Holzmaden, Württemberg), a seguito dell’estrazione di cherogene (sostanza da cui è possibile ricavare petrolio greggio) dalle rocce che li contenevano.

I ricercatori dell’università di Pisa che stanno studiando questi reperti sono interessati a capire lo stile di vita e le modalità di alimentazione di questi due esemplari (un giovane ed un piccolo adulto), e comprendere come la strategia di predazione di questi ittiosauri cambiasse nel corso della loro vita. Per questo, i paleontologi dovranno confrontare la forma del cranio e del rostro (la parte anteriore del muso) di questi rettili, con quella di animali acquatici ancora esistenti: cetacei, coccodrilli e pesci. L’obiettivo delle indagini TAC è quindi quello di riportare alla luce le parti non visibili di questi ittiosauri, ancora nascoste dalla matrice rocciosa che li contiene: le ossa interne del cranio, la forma della sezione trasversale del rostro, le coste e gli arti. Infine, con un po’ di fortuna, le TAC potrebbero rivelare la presenza di eventuali contenuti stomacali o embrioni conservatisi in associazione a questi grandi rettili.

F.N.

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