Il corno del rinoceronte

Da qualche giorno è comparso nella biglietteria del Museo un esemplare di rinoceronte bianco. È arrivato al Museo insieme alla carovana di animali donati dalla Fondazione Museo Naturalistico Giorgio Barbero. IMG_2123
A differenza degli altri esemplari, questo però è un modello in resina.

Nonostante questo il rinoceronte è arrivato al Museo mutilato delle sue corna, vittima dello stesso destino che subiscono ogni anno centinaia di rinoceronti nel loro habitat naturale. Uccisi e mutilati dai bracconieri che ne rivendono le corna a prezzo d’oro al mercato nero. La destinazione sono i paesi del sud-est asiatico come Cina e Vietnam, dove il corno di rinoceronte polverizzato viene venduto come rimedio per guarire febbre, epilessia, cancro e impotenza. La sostanza di cui sono fatte le corna, in realtà semplice cheratina, è talmente ricercata che può arrivare a valere fino a 30-40.000 euro al chilo. E così la caccia selvaggia ai rinoceronti li sta portando sull’orlo dell’estinzione. L’ultimo triste caso pochi giorni fa nello zoo di Parigi dove è stato ucciso e mutilato un esemplare di rinoceronte bianco. L’affare è talmente remunerativo che oltre ai bracconieri si sono messi all’opera anche i ladri: negli ultimi anni i furti nei musei di storia naturale di tutto il mondo sono stati numerosissimi.   IMG_1478

E venendo al nostro rinoceronte bianco, anche lui è stato vittima di un “furto”, questa volta ad opera di ladri poco attenti: le corna infatti erano di resina come il resto dell’animale, quindi di nessun valore. Ignari, i ladri se ne sono andati comunque col bottino lasciando l’animale senza corna. Così i restauratori del Museo si sono dovuti mettere all’opera per recuperare il danno e grazie alla loro pazienza e maestria hanno ricostruito le corna mancanti, oltre a restaurare altre parti danneggiate dell’animale.

Non resta che venire al Museo a conoscere il nostro rinoceronte rimesso a nuovo!

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Nelle immagini le varie fasi del restauro ad opera di Riccardo Capineri e Silvia Bartalena

P.S.