Giardino del Museo
Il Giardino del Museo è situato in uno dei cortili interni della Certosa, di fianco alla Galleria storica del Museo; è un giardino naturalistico dedicato ai principali ambienti naturali del Monte Pisano, ricreati utilizzando esclusivamente piante e rocce del territorio.
È gestito solo con tagli e potature minime mirate a contenere l’espansione delle piante; tale modalità consente alle piante di completare il loro ciclo biologico, producendo fiori e frutti, e agli animali, in particolare agli impollinatori, di avere sempre cibo a disposizione.
È uno spazio accessibile a tutte le persone, un luogo di relax e un punto di partenza per la conoscenza delle ricchezze naturali del territorio.
Il primo settore è dedicato agli ambienti marginali, quali i bordi delle strade e dei sentieri, i ruderi e le cave abbandonate. Molti ambienti marginali sono poveri di nutrienti e hanno un terreno limitato e/o instabile, possono perciò essere colonizzati solo da specie pioniere come la berretta da prete, l’alaterno e la ginestra comune. Altri ambienti marginali, invece, sono ricchi di nitrati, tipicamente associati ai resti di attività umane, e sono perciò popolati da specie nitrofile, come l’ortica, la parietaria e la silene latifoglia.
Il secondo settore è costituito da un’aiuola centrale in cui è stata riprodotta una macchia mediterranea post incendio atipica, come quella che si è sviluppata in varie zone colpite anche dal grande incendio del settembre 2018. Si tratta di una macchia densa e impenetrabile formata principalmente dall’erica scoparia, dall’erica arborea e dal ginestrone.
Il terzo settore è dedicato alla macchia mediterranea acidofila associata alle pinete a pino marittimo, un ambiente che si sviluppa anche in seguito a un incendio avvenuto in pineta. Tale macchia è formata da pirofite, piante in grado di resistere al fuoco o addirittura di trarne vantaggio, quali i cisti, le eriche, il lentisco e la fillirea a foglie strette. A queste piante si associano specie quali il corbezzolo, il brugo, la lavanda e la felce aquilina, che non sono propriamente pirofite, bensì solo acidofile, cioè prediligono i terreni acidi come quelli che si sviluppano dopo un incendio.
Il quarto settore è dedicato al sottobosco: all’ombra della palma, a cui sono stati affiancati quattro esemplari di viburno tino, sono state introdotte oltre trenta specie erbacee, tra cui alcune rarità per il Monte Pisano, quali l’aglio orsino, il bucaneve e il colchico portoghese, che vivono solo in poche zone fresche e umide del versante lucchese.
Il quinto settore è dedicato al prato spontaneo ed è composto da un insieme eterogeneo e variopinto che muta durante l’anno in un susseguirsi di foglie e di fiori: i trifogli e le rosette basali commestibili dei cosiddetti “erbi boni”; le vivaci fioriture primaverili di agli, borragine e iperico perforato; le alte fioriture estive del finocchio selvatico e del cardo asinino che sfiorano i due metri di altezza. Insieme alle specie comuni, sono state inserite anche specie più rare, come il giacinto romano, il gladiolo e le orchidee, minacciate dalla lavorazione profonda del terreno, dai diserbanti e dai frequenti sfalci.
Il sesto settore è dedicato alla gariga su suolo calcareo e alla sua evoluzione in macchia. La gariga è una macchia degradata a causa di incendi, pascoli intensi e/o disboscamenti, è costituita principalmente da specie erbacee e arbustive sempreverdi e aromatiche, distribuite in modo discontinuo su suolo secco con roccia affiorante. Essa evolve in modo naturale verso la macchia, la forma tipica di vegetazione dell’area mediterranea, costituita da un insieme intricato di arbusti e di alberelli.
Il Giardino è stato realizzato nell’ambito del progetto “Riqualificazione degli spazi verdi e ripristino dei servizi ecosistemici della Certosa Monumentale di Pisa” ed è abbinato al progetto editoriale “I tesori del Monte Pisano”.