Il girino Peter Pan
L’acquario viene generalmente associato ai pesci, ma essi non sono i soli animali che possono essere ospitati in un microhabitat circondato da vetro.
Nella sezione della galleria degli acquari dedicata all’evoluzione i visitatori possono trovare l’Axolotl (Ambystoma mexicanum (Shaw, 1789)), un anfibio esposto per rappresentare i vertebrati che hanno effettuato il passaggio dalla vita acquatica alle terre emerse.
Lungo in media tra venti e trenta centimetri, l’axolotl è un animale molto letargico, ed è difficile vederlo attivo al di fuori del momento del pasto. Tuttavia, ciò che rende queste salamandre estremamente interessanti non è il loro comportamento, bensì la loro biologia.
Al contrario della maggior parte degli anfibi, i quali hanno una forma larvale acquatica ed una adulta terrestre (il termine anfibio deriva dal greco antico e significa infatti doppia vita), l’axolotl mantiene lo stato larvale per tutta la vita, mantenendo il grosso cranio e le branchie esterne tipiche dei girini di salamandra, ma raggiungendo comunque la maturità sessuale e la capacità di riprodursi.
Questo fenomeno in cui una specie svolge l’intero ciclo vitale senza perdere caratteristiche giovanili è detto neotenia, e mentre in alcuni anfibi è noto come una risposta di alcune popolazioni isolate in specifici ambienti, per l’axolotl rappresenta la norma. Solo in caso di forti stress ambientali, come la mancanza di cibo o il deterioramento della qualità dell’acqua, questi anfibi possono effettuare la metamorfosi, assorbendo le branchie e sviluppando i polmoni per diventare organismi terrestri. Tale caratteristica di “non voler mai crescere” è valsa a questi animali il soprannome di girino Peter Pan.
Endemico di alcuni laghi di montagna del Messico, l’axolotl è purtroppo scomparso (o quasi) in natura; le cause sono da ricercare nell’inquinamento industriale e nell’introduzione di pesci che predano le uova nei bacini idrici.
Fortunatamente questa specie si riproduce facilmente in cattività; l’axolotl è diffusamente allevato sia per scopi di ricerca (le sue cellule sono simili alle staminali dei mammiferi, conferendogli notevoli capacità di rigenerarsi in caso di ferite) sia come animale domestico. Come conseguenza di ciò sono state sviluppate molteplici varietà cromatiche di questo anfibio, ben diverse dalla livrea originale marrone olivastro con macchie scure; nella vasca a loro dedicata si possono osservare individui melanici (molto scuri o completamente neri), albini (gialli con occhi rosa), leucistici (bianchi o rosa chiaro con occhi neri) e incroci tra gli ultimi due (corpo chiaro con occhi rosa).
Anche gli axolotl del Museo si riproducono frequentemente, e non è difficile osservare dozzine di uova gelatinose attaccate sui tronchi o sulle pareti della vasca, ma la sopravvivenza dei neonati è molto difficile, poiché essi sono molto sensibili alle variazioni di temperatura e qualità dell’acqua, e sono inoltre a rischio predazione da parte degli adulti.
Dallo scorso dicembre è tuttavia possibile osservare, all’interno del loro acquario, tre piccole vasche nursery, all’interno delle quali sono ospitati i piccoli nati da una delle ultime schiuse. Con alimentazione e pulizia dell’ambiente effettuate su base giornaliera, e al sicuro dagli appetiti dei parenti più anziani, i baby axolotl stanno crescendo ad un ritmo sorprendente.
Non vi resta che venire a vederli di persona, ed augurare una buona crescita ai nostri giovani axolotl e buona fortuna a tutta la loro specie.
M.L.
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