Il lupo e il nostro territorio

Sabato 31 luglio oltre 70 persone hanno sfidato il caldo estivo per assistere al Convegno “Il lupo e il nostro territorio – alla ricerca di un nuovo equilibrio” organizzato dallo Sportello di Agroecologia di Calci con la collaborazione del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa e il patrocinio del Comune di Calci.

Il Convegno nasce dalla volontà dello Sportello di Agroecologia di Calci di far conoscere il lupo e di creare reti per la ricerca di un equilibrio tra questo predatore, fondamentale per la stabilità dei nostri ecosistemi naturali, e le attività umane, in particolare le piccole attività agro-pastorali.

Il Convegno, inserito nel programma della storica Fiera di Sant’Ermolao di Calci (PI), è stato il primo evento divulgativo in cui si è parlato del Monitoraggio Nazionale Lupo, coordinato da ISPRA su incarico del Ministero dell’Ambiente (ora Ministero della Transizione Ecologica), che si è svolto da ottobre 2020 ad aprile 2021 all’interno di circa 1.000 celle di 100 km2 distribuite su tutto il territorio nazionale.

Portavoce per ISPRA, il tecnico faunista Marco Lucchesi (Wildlife Biologist) ha spiegato la necessità di effettuare una campagna di raccolta dati sistematica e organica in un periodo di tempo ristretto e su tutto il territorio nazionale al fine di rispondere a due quesiti chiave relativi a questa specie da sempre strettamente legate all’uomo che, dopo secoli di persecuzione, sta lentamente riconquistando il territorio nazionale: dov’è distribuita? Con quale consistenza?

Il Monitoraggio si è avvalso di varie tipologie di segni di presenza: immagini e video da foto-trappole, impronte, carcasse, tracce di predazione, ma soprattutto escrementi che hanno restituito anche materiale biologico idoneo per effettuare le analisi genetiche necessarie per l’individuazione dei genotipi. Dai genotipi è possibile stimare anche la percentuale di incroci tra lupo e cane, un fenomeno che potrebbe compromettere la conservazione della specie selvatica; ma Marco Lucchesi ha spiegato che questa ibridazione sottospecifica è essenzialmente monodirezionale con cani maschi che si accoppiano con lupi femmina; ciò comporta un “inquinamento genetico”, ma l’allevamento dei cuccioli “ibridi” è tutto a carico del branco di lupi e quindi riescono a sviluppare tutti i normali comportamenti della specie selvatica, incluso l’accoppiamento con individui selvatici, portando così nella seconda generazione a una “diluizione” dei geni della specie domestica.

Per il Monitoraggio è stato creato un Network Lupo costituito da numerosi volontari formati localmente, per il territorio pisano sono state coinvolte tre Associazioni: EcoLato Comune, Dèi Camminanti e Selvatica. I rispettivi portavoce: Irene Di Vittorio, Federica Ottanelli e Dario Canaccini hanno raccontato con passione ed entusiasmo la loro esperienza sul campo.

Durante la seconda parte del Convegno Francesca Coppola (Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi”- Università di Pisa), Samuele Baldanti (Dipartimento di Scienze Veterinarie – Università di Pisa) e Alessia di Rosso (Dipartimento di Scienze Veterinarie – Università di Pisa) hanno presentato i risultati del loro recente studio condotto su un branco di lupi che frequenta il Vallin delle Streghe, una zona delle colline pisane inferiori caratterizzata da aree verdi con boschi, prati e coltivi alternate ad aree industriali e residenziali. Tale studio è uno dei pochi condotti in Italia su lupi che vivono in territori fortemente antropizzati e fornisce fondamentali informazioni sulle modalità di interazione tra lupo e attività umane; ad esempio, durante le prime analisi degli escrementi è emersa un’interessante presenza di resti di nutria e, purtroppo, anche una certa percentuale di rifiuti di plastica.

Questi studi rappresentano un punto di partenza oggettivo per creare un dialogo collaborativo con enti e cittadini al fine di stabilire un rapporto di sana convivenza con il lupo e con tutti gli altri animali selvatici del nostro territorio. In particolare, lo Sportello di Agroecologia ha concluso sottolineando la necessità di trovare un equilibrio tra il lupo e le piccole attività agro-pastorali, adottando strategie efficaci di prevenzione che possano portare a un significativo abbassamento della percentuale di danni da predazione da lupo tale da rientrare nel normale rischio d’impresa e da non compromettere la salute complessiva degli animali al pascolo.

S.S.

Questo slideshow richiede JavaScript.