1800: l’autonomia e la fortuna

Nel 1814 l’Università di Pisa imbocca una svolta storica, rinunciando all’approccio enciclopedico ormai datato e scegliendo di suddividere ufficialmente in settori disciplinari distinti una scienza ormai troppo vasta.

Al professor Gaetano Savi viene affidata la Botanica e al professor Giorgio Santi la Zoologia, la Geologia e la Paleontologia; di conseguenza, ai due sono assegnate rispettivamente la direzione del Giardino dei Semplici, ora Orto Botanico, e quella del Museo, che diviene centro amministrativo autonomo. Con questa scissione si chiude definitivamente il cammino che per oltre due secoli aveva visto le due istituzioni affiancate.

Ha così inizio uno dei periodi più intensi della storia del Museo.

Sotto la direzione di Paolo Savi, dal 1823 al 1871, il Museo arricchisce le collezioni di decine di migliaia di reperti, amplia gli spazi dedicati alla loro esposizione e conservazione e pubblica un’ampia produzione scientifica. Inoltre, con la collaborazione di Pacini e Studiati, in soli cinque anni il professor Savi porta a compimento la tassidermizzazione di 170 mammiferi e 1274 uccelli, tutt’oggi parte significativa delle collezioni storiche dell’attuale museo, e notevoli per la cura e l’eleganza con la quale i preparati sono realizzati.

Se dal 1823 al 1840 Savi alterna gli insegnamenti di Geologia e Mineralogia a quelli di Zoologia e Anatomia comparata, nel 1842 chiama a coprire la cattedra di Geologia, Mineralogia e Paleontologia il napoletano Leopoldo Pilla, il quale porta con sé a Pisa una cospicua collezione di rocce vesuviane e di minerali.

A lui nel 1849 succede Giuseppe Meneghini, cui si deve il primo nucleo delle collezioni paleontologiche. Nel 1874 è lo stesso Meneghini, conservando per sé gli insegnamenti di Geologia e Geografia fisica, a chiamare Antonio D’Achiardi per la cattedra di Mineralogia e Petrografia. Nel 1881, in conseguenza alla separazione delle cattedre, vengono divise anche le collezioni: a Meneghini è affidata la direzione del Museo di Geologia e a D’Achiardi quella del Museo di Mineralogia. Nel 1889, la cattedra e la direzione del Museo di Geologia da Meneghini passano a Mario Canavari.

Infine, nel 1871, con la morte di Paolo Savi, l’insegnamento di Zoologia e Anatomia comparata e la direzione del relativo museo passano a Sebastiano Richiardi il quale, oltre a mettere insieme una ricca collezione di pesci e cetacei, lascia un’impronta indimenticabile per le raffinate preparazioni zootomiche e per le iniezioni vasali, rinomate per bellezza e precisione.