Inaugurata la Galleria dei cetacei
- La balena emerse e restò quasi immobile.
Girò su se stessa, apparve un suo occhio. Il suo sguardo si incrociò con quello di Anna.
Si fissarono l’un l’altra nell’interminabile tempo di alcuni secondi.
Ognuno cercando di vedere meglio, di capire.
Reciproca curiosità, forse anche amore.
Di certo un tentativo di comunicare.
Ero di qualche metro più lontano, ma l’azzurro profondo di quello sguardo fu anche per me un messaggio indelebile.
(Folco Quilici)
Venerdì 20 aprile è stata inaugurata la nuova Galleria dei cetacei del Museo: un’inaugurazione atipica, a differenza di quella della Galleria storica e della Galleria dei mammiferi, poiché la sala non è mai stata chiusa al pubblico durante il lungo processo di trasformazione e ammodernamento durato circa 3 anni.
Specialmente negli ultimi mesi, la probabilità che il visitatore si ritrovasse in mezzo ad un vero e proprio “work in progress” era molto alta: fabbri, elettricisti, tappezzieri, stampatori, i volontari del servizio civile insieme al personale del Museo si avvicendavano, a seconda della necessità, praticamente tutti i giorni. Molte sono infatti le professionalità messe in campo per questa nostra ennesima impresa, persone che hanno lavorato fino all’ultimo minuto possibile, si pensi ai ragazzi del servizio civile che proprio la mattina del 20 aprile si sono prodigati con pennello e vernice per dare gli ultimi ritocchi ai supporti metallici o ai fabbri che nella stessa mattina hanno montato e trasportato in Galleria degli enormi fanoni di Balena franca. Non sono mancati neppure gli inconvenienti dell’ultimo minuto, per fortuna subito prontamente risolti.
Come detto, si è trattato di un allestimento sotto gli occhi di tutti, qualcosa di insolito perfino per il nostro Museo. Questo ha comportato da una parte alcuni disagi dati dalla presenza degli operai e degli attrezzi da lavoro, dall’altra parte però ha fornito la possibilità unica e irripetibile di poter osservare da vicino alcune delle fasi più interessanti del riallestimento: il montaggio della balenottera, prima conservata nei magazzini, il posizionamento di reperti fossili in teche di vetro realizzate appositamente, e ancora la ricostruzione dello studio del Richiardi e l’arrivo dei modelli di cetacei riprodotti a grandezza naturale.
Nonostante fosse semplice farsi un’idea delle novità e dei cambiamenti in atto nella Galleria, ai visitatori non sono state svelate tutte le sorprese. Dopo il taglio del nastro i visitatori arrivati in fondo ai 110 metri della Galleria si sono trovati di fronte a …. Sebastiano Richiardi! Sì! Proprio lo storico direttore ottocentesco del Museo. Richiardi, dal suo ritratto appeso accanto alla riproduzione dello studio, vicino allo scheletro della Balenottera azzurra, ci racconta alcuni degli episodi del lungo lavoro che gli ha permesso di raccogliere gran parte degli scheletri presenti in Galleria. Naturalmente non si tratta di una magia o di un ritorno indietro nel tempo, infatti ad incarnare l’illustre direttore del passato c’è, e non poteva essere altrimenti, l’attuale direttore del Museo Roberto Barbuti che, perfettamente calato nel personaggio, svela alcuni aneddoti e curiosità sull’acquisizione degli scheletri di fine ottocento.
La giornata, baciata dal sole e da temperature quasi estive, si è conclusa con un rinfresco nel frutteto certosino di fronte alla Galleria dove molti visitatori, avvolti dal profumo delle fioriture, sono rimasti fino al tramonto per godersi lo spettacolare gioco di luci e ombre creato dagli scheletri dei cetacei e dalle forme architettoniche della Certosa.
G.C.
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