Il Museo oggi: il miracolo della Certosa
Sul finire del XIX secolo l’originaria Galleria è dunque ormai suddivisa in tre musei indipendenti, tutti in continua espansione e di indubbia rilevanza scientifica nel panorama nazionale e internazionale.
Tuttavia, lo spazio per l’esposizione è quanto mai circoscritto: le collezioni dei Musei di Zoologia e Anatomia comparata, Geologia e Paleontologia, Mineralogia e Petrografia, chiuse al pubblico sin dal secondo dopoguerra, occupano quasi per intero il primo piano del complesso di edifici posti in via Volta e in via Santa Maria e parte dei locali del convento di Santa Croce in Fossabanda.
Alla fine degli anni Settanta, dopo l’abbandono della Certosa di Pisa da parte dei monaci, il professor Ezio Tongiorgi si prodigò affinché il prestigioso edificio monumentale venisse affidato in uso perpetuo e gratuito all’Università al fine di costituirvi il Museo di Storia Naturale, di cui curò l’allestimento e il trasferimento e di cui divenne direttore dal 1977 al 1985.
È così che nasce il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, il quale, oltre alla ricchezza delle collezioni, trova la sua particolarità e il suo fascino proprio nella collocazione in un edificio di tale valore storico-artistico, costituendo, di fatto, un unicum nel suo genere.
Di particolare impatto visivo è la galleria dei Cetacei: oltre trenta scheletri esposti in un antico loggiato, oggi chiuso da grandi vetrate che danno direttamente sul paesaggio del Monte Pisano.