Museum At Night Challenge

Come il titolo del famoso film, vi siete chiesti anche voi com’è un Museo di notte?
Cosa accade dopo che le porte si chiudono?
Quando le luci si spengono e il buio si stende come un velo nelle sale silenziose?
Immaginate il buio e il silenzio, quelli veri, che possono regnare?

La “Museum At Night Challenge” ha preso il via in Belgio, al Parco di Avventure Scientifiche Le Pass a Frameries.
Da qui l’iniziativa, che si svolge sui social media, si è diffusa e ha raggiunto moltissimi musei italiani ed europei, che si sono sfidati l’un l’altro a raccontare cosa accade di notte al museo, quando i visitatori se ne vanno e le luci si spengono.
In questo periodo di chiusura causata dall’emergenza sanitaria, l’iniziativa è ancora più significativa, perché va a raccontare quello che accade quando il museo è chiuso al pubblico, ma non per questo deserto e fermo. Va a illuminare i musei per una notte, che tornano così a essere visibili, anche se solo sulla rete.

Il nostro Museo è stato sfidato dal Museo Paleontologico di Montevarchi e noi abbiamo accettato!

Torcia in mano, curiosità in testa e spirito d’avventura nel cuore, appena sceso il buio siamo entrati, passo dopo passo e in silenzio, nelle sale del Museo.
Oltre al video che abbiamo prodotto e che potete vedere sia qui che sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram del Museo, condividiamo con voi quello che abbiamo scoperto:
il silenzio che si è sentito non è stato un silenzio vuoto, di cose che dormono, ma un silenzio vivo, di cose che hanno un’anima. I pavimenti ci hanno accompagnato con gli scricchiolii, gli animali ci hanno seguito con lo sguardo, le ombre si sono mosse con noi, le teche hanno continuato a raccontare ciò che custodiscono con cura da tempo.
Le cornici dei quadri, gli infissi delle finestre, le teche, perfino l’impianto di sicurezza, tutto ci ha sussurrato qualcosa.
Mentre la luce della torcia scorreva dai mobili scuri alle pareti chiare, posandosi sugli scheletri del carnotauro e dell’elefante indiano, sulla tigre del Bengala e sul condor delle Ande, sulla lunga coda del pavone e sui coccodrilli appesi al soffitto, loro, tutti, erano lì ad aspettarci, felici di vederci.
E quando la luce della torcia scivolava via sembrava che il buio fosse ancora più buio: come se gli animali, i reperti, i mobili antichi, capissero che il loro stare lì, in museo, fosse più importante nel momento in cui le persone si fermano e, con occhi attenti, li guardano e li osservano.
Come se dicessero che c’è un tempo per fare silenzio. E un tempo per accogliere di nuovo passi, voci, occhi stupiti e sogni.

S.B.

P.S.: il Museo ha lanciato la sfida all’Orto e Museo botanico di Pisa e al Museo della bora di Trieste.
Se come noi siete curiosi di vedere cosa succede di notte in questi due luoghi, potete scoprirlo sui loro canali social.