NOI-ROBOT

La mostra Io-Robot di Andrea Locci spalanca le sue braccia meccaniche alle classi quarte e quinte della scuola elementare di Calci.

I bambini sono stati invitati non solo a visitare l’esposizione, ma anche a diventare artisti in prima persona: una tavola di legno come tela, le mani come pennello e come tempera tutto ciò che di solito, e spesso troppo in fretta, buttiamo via. Per riscoprirne la bellezza e le potenzialità. Non solo per quanto riguarda l’arte, come sottolinea il sindaco Massimiliano Ghimenti, intervenuto per la presentazione, ma in ogni ambito: consumiamo e produciamo una quantità di rifiuti insostenibile, spesso gettando cose che potrebbero avere ancora un’utilità, per noi o per il prossimo. Questo il messaggio del laboratorio, messaggio che anche il Museo ci tiene a sostenere e rilanciare.

Ad animare la giornata, sotto la supervisione di Locci, l’entusiasmo incontenibile dei bambini che si sono lanciati nell’impresa, contendendosi rotelle, bulloni, bottoni, tappi, tubi di plastica, scarti di posate, vecchie prese elettriche, per assemblarli e trasformarli in opere d’arte dalla bellezza sorprendente. In pochi secondi quelli che prima erano scarti inanimati prendono la forma di smorfie espressionistiche, di paesaggi siderali, di simpatici amici che strizzano l’occhio e, immancabilmente, di spietati robot distruttori.
Vengo invitata a cimentarmi nell’impresa ma rifiuto adducendo come scusa la mia tarda età… in realtà temo il confronto con questi minuscoli Picasso.

Se credevate di essere originali… dimenticatelo! Nelle loro mani i vecchi oggetti prendono nuova vita grazie alla loro fantasia vorticosa e inesauribile.

L.B.

Questo slideshow richiede JavaScript.