Perdersi o non perdersi?

“I musei non sono un fine in se stessi, ma un mezzo al servizio dell’umanità”
Alma Wittlin

Giornate di sole, luminose, tiepide.
Mentre nell’aria sta arrivando il profumo della primavera, il Museo si presenta ai visitatori con un gesto di accoglienza in più: la nuova segnaletica che accompagna il visitatore in ogni suo spazio, dalle esposizioni permanenti alle mostre temporanee e all’acquario. Un gesto che mette il visitatore al centro e che cerca di rafforzare quel legame che lo tiene unito al Museo e al suo patrimonio culturale.
Possiamo immaginarci una famiglia, un ragazzo, una persona anziana, alcuni amici che, uscendo nel cortile d’onore della Certosa, leggano i pannelli “Ecco, guarda, l’acquario è da quella parte!” e si avviino verso le sale espositive.

La nuova segnaletica del Museo ha richiesto un lavoro lungo e complesso.
Gli spazi espositivi, essendo all’interno di un complesso storico monumentale come una Certosa, non sono nati con lo scopo di ospitare collezioni naturalistiche e spesso i percorsi non sono lineari e facilmente identificabili.
La progettazione degli oltre 50 pannelli ha seguito regole e indicazioni legate alla leggibilità e all’efficacia: facendo attenzione alla scelta di colori, al tipo e alla dimensione dei caratteri tipografici, ai contrasti; usando un linguaggio chiaro e conciso con testi sia in lingua italiana che in lingua inglese; scegliendo una linea grafica e dei supporti materici che risultassero il più possibile parte integrante del contesto.
Prima della realizzazione definitiva, alla progettazione è stato affiancato un lavoro di gradimento e di valutazione del pubblico: attraverso una segnaletica provvisoria e un’indagine fatta raccogliendo le osservazioni dei visitatori, è stato possibile capire alcune criticità, soddisfare le esigenze scaturite dai visitatori stessi e migliorare quindi la comprensione del percorso espositivo nella sua interezza.

Consapevoli che la segnaletica interna di un museo rivesta un ruolo fondamentale per l’orientamento del visitatore, perché ha la funzione di guidarlo in un luogo spesso a lui sconosciuto, siamo altrettanto certi che anche il perdersi tra le sale ogni tanto sia una esperienza singolare, curiosa e di arricchimento.
Vi invitiamo, quindi, a venire e a tornare in Museo: noi vi prenderemo per mano accompagnandovi nel percorso, ma vi lasceremo anche liberi di seguire quello che il vostro desiderio vi suggerirà.

S.B.

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