Tornare bambini
Spesso il presepe, come altri dei più teneri piaceri dell’infanzia, rimane tra i piccoli ricordi semplici e duraturi.
Da qualche anno, la data dell’otto dicembre segna l’apertura dei presepi allestiti nelle sale del Museo. Presepi storici, meccanici, pensati e realizzati intorno alla metà del secolo scorso dalle mani sapienti dei calcesani Alberto e Renzo Meucci, con l’aiuto di validi collaboratori.
Il primo presepe, risalente al Natale del 1948, venne allestito nella pieve di Calci.
Dopo ne furono costruiti altri che Renzo e Alberto portarono a Pisa, Livorno, Bologna, Verona, Milano, Torino, Parma, Ferrara, Roma, fino a Bogotà, in Colombia, facendo meravigliare grandi e piccini con i dettagli, le scenografie, i movimenti dei personaggi.
Quest’anno, purtroppo, con il Museo chiuso al pubblico, i personaggi dei presepi non si animeranno, non prenderanno vita. Non sarà possibile tornare a “meravigliarsi” nel vederne i movimenti, belli, tanti, a volte quasi impercettibili quanto delicati.
Per poter “ammirare” i presepi allestiti in Museo abbiamo pensato di raccontarne la storia: qualche giorno prima del Natale, la potremo vedere e ascoltare sui nostri canali social.
I presepi Meucci, come molti altri diffusi in tutta la Toscana, fanno parte di Terre di Presepi, la rete che unisce e coordina i tantissimi presepi della Regione.
In occasione di questo Natale così particolare “Terre di Presepi” ha ideato una iniziativa, a cui tutti possono aderire, che ha lo scopo di “vedere” i presepi senza andare ad ammirarli nei luoghi dove sono allestiti.
Si tratta di un contest nazionale che, con lo slogan “E quindi uscimmo a riveder le stelle comete”, invita a fare il presepe, fotografarlo e inviare lo scatto a terredipresepi@gmail.com. I presepi (le cui foto saranno caricate sulla pagina facebook “Terre di Presepi”) che riscuoteranno più “mi piace” saranno candidati, il prossimo Natale, alla selezione per la mostra “100 presepi in Vaticano”.
Tra storie e foto, anche quest’anno potremo vivere la magia del Natale, ricordandoci che la magia più bella e più vera è quella di poterla condividere.
S.B.
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