Yoga e Museo, un connubio possibile?
Yoga e Museo, un connubio possibile?
L’esperienza “Yoga flow” dello scorso 15 giugno sembra proprio confermare che questo sodalizio funzioni per due motivi: il primo riguarda il ruolo del Museo e in particolare la cosiddetta “terza missione” come capacità del Museo di relazionarsi con la comunità e con il territorio dando valore sociale al patrimonio conservato, attraverso attività pratiche, partecipative, inclusive.
Al Museo si va non più e non solo per conoscere e per vedere le straordinarie collezioni, ma anche per fare esperienze culturali emozionanti e fisiche, che, come nel caso di Yoga flow, uniscono l’incanto e la sorpresa delle sale dedicate ai pesci di acqua dolce e ai cetacei alla profonda e rilassante pratica fisica.
Il secondo aspetto riguarda il concetto di salute. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) la salute non è più solo l’assenza di malattia, ma è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale.
E’ dimostrato che le emozioni e le riflessioni sulle più svariate esperienze artistiche e culturali incidono sulla cura, sulla prevenzione delle malattia e sui tempi e modi dell’invecchiamento. Il benessere quindi può essere influenzato dall’ambiente in cui si vive, dalle esperienze che si fanno e dalla nostra capacità di intrecciare relazioni sociali sane e appaganti.
Ed ecco allora che dall’unione della fruibilità piena e intima del patrimonio museale, che in questo caso si è realizzata negli acquari, con il percorso yoga “asana” (posizioni), “pranayama” (respirazione) e “dhyana” (meditazione) è nata davvero un’esperienza importante magica e suggestiva.
I partecipanti ci hanno lasciato i loro commenti entusiasti chiedendoci di ripetere l’iniziativa. Ricorrono le parole “bella” o “bellissima” esperienza: c’è chi parla di “paradiso”, di “fantastico contesto” e di “posto meraviglioso”.
Riporto integralmente le parole di Loy:
“Stupendo momento di pace dove cambiamento e consapevolezza si uniscono alla natura magica del Museo nella Certosa. Grazie.”
A. D.
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