Palla a tutto tondo
L’acquario del Museo è dedicato interamente ai pesci d’acqua dolce; non sono dunque presenti specie che vivono in mari e oceani. Esiste tuttavia un gruppo di pesci che confonde spesso i nostri visitatori, in quanto sono solitamente associati ad ambienti marini come le barriere coralline; stiamo parlando dei pesci palla. Effettivamente si tratta di specie prevalentemente presenti nei mari tropicali, ma esistono alcuni pesci palla che vivono in acque salmastre alle foci dei fiumi, e altri ancora si trovano esclusivamente in acqua dolce.
Gli esemplari esposti nelle vasche appartengono a quest’ultima categoria; si tratta di due specie africane, in particolare il pesce palla del Nilo o Fahaka (Tetraodon lineatus), dalla livrea giallo verdognola con striature orizzontali, e il pesce palla gigante o Mbu (Tetraodon mbu), caratterizzato da un intricato motivo scuro sulla pelle dallo sfondo giallo arancio. Si tratta di due pesci piuttosto attivi e curiosi, e frequentemente possono essere osservati vicini al vetro frontale della vasca, attratti dai visitatori. Vediamo dunque di conoscere meglio questi simpatici animali.
I palla appartengono ad un ordine noto come Tetraodontiformes, un termine che si riferisce alla struttura della loro bocca: le ossa delle mascelle si sono fuse a formare quattro ‘denti ossei’ (Tetraodon in greco antico).
I nostri pesci palla sono esposti nella parte terminale della galleria dell’evoluzione , in quanto si tratta di un gruppo comparso recentemente.
Paragonati ai pesci più classici, i palla presentano notevoli peculiarità anatomiche. Essi sono capaci di ruotare gli occhi in maniera indipendente, proprio come i camaleonti.
Per nuotare essi non si avvalgono di movimenti del corpo, troppo rigido per flettersi, ma usano le pinne; le pettorali, anale e dorsale spingono il pesce attraverso l’acqua, mentre la pinna caudale viene usata prevalentemente come timone per cambiare direzione. Un tale stile di nuoto non conferisce grande velocità, ma rende questi pesci estremamente agili e precisi; i pesci palla possono rimanere fermi a mezz’acqua o ruotare su sé stessi semplicemente ondeggiando le pinne in maniera appropriata alle necessità del momento.
Per quanto concerne la dieta, i pesci palla sono prevalentemente carnivori, in particolare specializzati in bivalvi, chiocciole d’acqua e crostacei; sul fondo delle vasche è infatti possibile osservare i frammenti rosicchiati dei gusci delle cozze intere che vengono date loro in pasto. I denti dei pesci palla crescono tutta la vita, proprio come quelli dei roditori o dei conigli, per compensare l’usura dovuta al continuo masticare prede dal guscio duro. Se i nostri esemplari fossero nutriti con molluschi sgusciati, i denti crescerebbero velocemente fino al punto in cui diventerebbero troppo grandi, e sarebbero un impiccio per nutrirsi!
La caratteristica per la quale i pesci palla sono famosi tra il pubblico è la loro capacità di “gonfiarsi” quando si sentono minacciati. Lo stomaco e la pelle di questi pesci sono infatti molto elastici, e consentono loro di ingerire grandi quantità di acqua (o aria nel caso in cui vengano estratti all’asciutto) fino ad assumere una forma sferica, da cui deriva il nome comune di questa famiglia. In questo stato i pesci palla estroflettono delle piccole spine, normalmente nascoste sotto la pelle quando l’animale è nella sua forma “a riposo”. Un potenziale predatore che normalmente vedrebbe in un lento pesce una facile preda si ritrova così a fronteggiare un boccone spinoso e difficile da afferrare o ingoiare, e sono addirittura noti casi di pesci che hanno provato ad ingerire un pesce palla e sono morti soffocati quando questo si è dilatato all’interno della loro bocca.
Come se questa difesa fisica non bastasse, i pesci palla possiedono anche un’arma chimica; la loro pelle e alcuni organi interni contengono un veleno tipico di questi organismi, noto appunto come tetraodotossina, estremamente letale se ingerito. La colorazione accesa di alcune specie serve proprio come monito ai predatori: invece di assumere una livrea che li aiuti a mimetizzarsi, i pesci palla preferiscono segnalare in anticipo la propria pericolosità ai potenziali aggressori, in maniera molto simile ad altri animali velenosi come api e vespe (persino i colori sono simili, nonostante si tratti di animali molto diversi!).
Nonostante ciò in molti paesi asiatici come Cina e Giappone i pesci palla sono un piatto tipico; considerata la pericolosità del pesce per il consumatore (negli umani la tetraodotossina causa arresto respiratorio e non esiste antidoto) esistono cuochi specializzati nel separare gli organi velenosi da quelli commestibili dopo un rigido apprendistato che può durare più di tre anni.
Avete dunque visto quanto siano particolari questi buffi pesci dall’aspetto strano; venite dunque a conoscerli da vicino all’acquario del Museo, ma mi raccomando, non cercate di spaventarli solo per la curiosità di vederli gonfiarsi… magari pensate che sia uno spettacolo buffo ma potrebbe causare stress e morte dell’animale!
M. L.
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