Plastiche indigeste

Il Mar Mediterraneo è il più vasto e profondo mare chiuso del mondo e uno dei 25 centri di biodiversità a scala planetaria. Quando pensiamo al “nostro mare” pensiamo alle tartarughe marine, ai cetacei come balenottere e tursiopi, alle centinaia di specie di pesci, dalle più comuni alle più rare, ai coralli, alle praterie di posidonia. Purtroppo, negli ultimi anni è diventato evidente a tutti come all’interno di questi ecosistemi si sia fatto strada un elemento nuovo e invasivo, che proviene in gran parte dalle nostre città: la plastica.

La plastica che invade le nostre spiagge e i nostri mari ha effetti spesso devastanti sull’ambiente e sulla fauna marina. Ne abbiamo voluto parlare all’interno della mostra “La plastica e noi”, allestita all’interno della Galleria dei cetacei del Museo. La mostra affronta il problema dell’inquinamento da plastica in mare sotto diversi punti di vista: uno di questi è proprio l’impatto che le plastiche possono avere sugli ecosistemi e sugli abitanti del nostro mare.

I rifiuti in plastica danneggiano gli animali in modo diverso a seconda delle loro dimensioni: le macroplastiche possono diventare vere e proprie trappole mortali, ma possono essere anche scambiate per cibo e ingerite. Micro e nanoplastiche, invece, sono un pericolo per quegli animali che si nutrono filtrando l’acqua (come mitili e balene). Tutte le plastiche, infine, possono assorbire inquinanti tossici capaci di avvelenare gli animali o accumularsi nelle loro carni.

Da uno studio recente emerge che almeno 116 specie animali che vivono nel Mediterraneo hanno ingerito plastica, tra le quali molte specie di interesse commerciale come sardine, triglie, orate, acciughe e tonni, oltre a meduse, molluschi, crostacei, tartarughe, uccelli e mammiferi marini.
Secondo un altro studio sono proprio i mammiferi marini, e in particolare tursiopi, capodogli, megattere e balene franche nordatlantiche, le specie più minacciate dalla plastica a livello globale.

Lungo il percorso della mostra, incontriamo il grande scheletro di capodoglio con all’interno uno stomaco simbolicamente riempito di plastica. E’ una provocazione, ma non siamo troppo lontani dalla realtà. Nella primavera del 2019, ad esempio, una femmina di capodoglio è stata trovata arenata su una spiaggia vicino a Porto Cervo, in Sardegna, con ben 23 chili di rifiuti di plastica ammassati nello stomaco. E non è un caso isolato.
Nello stomaco della maggior parte dei capodogli arenati sulle nostre coste vengono trovate grandi quantità di plastica, fra cui: corde, pezzi di rete, attrezzi da pesca, imballaggi e sacchetti. Questi giganti del mare si immergono per nutrirsi fino a profondità di oltre 1200 m, ciò significa che i nostri rifiuti non inquinano solo le coste e la superficie del mare ma sono abbondanti anche nelle acque profonde e sui fondali.
I capodogli del Mar Mediterraneo sono già considerati in pericolo di estinzione dall’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) e per loro la plastica in mare potrebbe davvero risultare fatale.

Spesso la gravità del problema può indurci a pensare che non si possa fare niente. Al contrario, siamo noi la causa del problema e proprio noi possiamo intervenire per risolverlo o quanto meno mitigarlo: con normative più attente all’ambiente ma soprattutto con i nostri comportamenti, le nostre scelte e le nostre piccole azioni. E’ proprio questo il messaggio che la mostra intende comunicare, accompagnandolo con piccoli suggerimenti che tutti noi possiamo mettere in atto nelle nostre case per dare, ogni giorno, il nostro contributo alla soluzione del problema.

Articolo pubblicato in occasione di M’ammalia, la settimana dei mammiferi.

P.S. & S. F.

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Per approfondire:

https://www.nationalgeographic.it/ambiente/2020/07/il-tragico-caso-della-balena-incinta-morta-con-23-chili-di-plastica-nello-stomaco

https://www.greenreport.it/news/rifiuti-e-bonifiche/limpatto-dei-rifiuti-plastica-sui-mammiferi-marini-colpite-101-specie-uno-studio-italiano/

Anastasopoulou A., Fortibuoni T. (2019). Impact of Plastic Pollution on Marine Life in the Mediterranean Sea. In: The Handbook of Environmental Chemistry. Springer, Berlin, Heidelberg. https://doi.org/10.1007/698_2019_421

Poeta G., Staffieri E., Acosta A. T., Battisti C. (2017). Ecological effects of anthropogenic litter on marine mammals: A global review with a “black-list” of impacted taxa. Hystrix, the Italian Journal of Mammalogy, 28(2), 253-264. https://doi.org/10.4404/hystrix-00003-2017