Ricerca mineralogica e citizen science: due nuovi minerali dedicati a collezionisti toscani

Gli studi sulla mineralogia della Toscana condotti dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, in collaborazione con il personale della sezione di Mineralogia del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo pisano, hanno condotto alla scoperta di due nuove specie mineralogiche, nannoniite e dacostaite. Entrambe le specie onorano due appassionati di mineralogia della nostra regione e provengono dalla miniera delle Cetine di Cotorniano, in provincia di Siena. Il loro studio è stato possibile grazie alla collaborazione fra i ricercatori pisani e gli appassionati dell’Associazione Mineralogica Fiorentina (AMF) e dell’Associazione Mineralogica Prato e Pistoia (AMPP). Negli ultimi anni è stato infatti istituito un concorso all’interno dell’annuale mostra-scambio organizzata a Firenze dalle due associazioni nel quale vengono selezionati una serie di campioni incogniti meritevoli di approfondimento analitico, esperito poi presso il Dipartimento di Scienze della Terra pisano. È un chiaro esempio di citizen science, nella quale il collezionista svolge la ricerca sul campo mentre i ricercatori universitari effettuano la caratterizzazione in laboratorio. Nannoniite e dacostaite sono frutti di questa stimolante collaborazione.

La nannoniite (IMA 2024-010), Al2(OH)5F, forma aggregati globulari costituiti da minute lamelle bianche o incolori, di dimensioni inferiori a 1 mm, associati a quarzo, barite e alunite. Si tratta di una specie correlata alla gibbsite, un comune idrossido di alluminio di formula Al(OH)3. Questa specie ricorda la figura di Roberto Nannoni (1943–2022), geologo e insegnante di Chimica, Biologia e Scienze della Terra nelle scuole medie superiori. Grande appassionato di mineralogia toscana, ha contribuito alla sua divulgazione tramite la pubblicazione di numerose monografie e articoli. Recentemente il Museo di Storia Naturale ha acquisito la sua collezione mineralogica, grazie alla volontà della vedova Luciana Bussotti e del figlio Riccardo, andando a incrementare con ben 5000 campioni le già importanti raccolte pisane. Fra i suoi esemplari, molti hanno un significativo interesse scientifico.

 

A sinistra: nannoniite, rosette di cristalli micacei fino a 1 mm su quarzo. Cetine di Cotorniano, Chiusdino, Siena. A destra: Roberto Nannoni durante una campagna di ricerche mineralogiche a Campiglia Marittima.

 

La dacostaite (IMA 2024-015), K(Mg2Al)[Mg(H2O)6]2(AsO4)2F6·2H2O, forma minuti pacchetti di cristalli micacei, pseudo-esagonali, incolori, di dimensioni non superiori a 0.5 mm, associati a quarzo, zolfo, gesso e una specie correlata alla farmacosiderite. Essa presenta una struttura finora mai osservata in natura ed è il primo minerale noto al mondo appartenente al sistema K2O-MgO-Al2O3-As2O5-H2O. Questo nuovo minerale ricorda Angelo Da Costa (1940–2022), uno dei decani dei collezionisti toscani, attivo sin dai primi anni Settanta sino alla sua morte. Angelo ha contribuito alla scoperta e alla esplorazione di numerose località mineralogiche toscane e ha collaborato con i ricercatori pisani e il loro Museo fornendo abbondante materiale. Nel 2023, dopo la sua scomparsa, il Museo ha acquisito una selezione di campioni della sua collezione, che sono andati ad arricchire l’esposizione toscana.

A sinistra: dacostaite, in cristalli micacei incolori con quarzo e zolfo. Cetine di Cotorniano, Chiusdino, Siena. A destra: Angelo Da Costa durante l’esplorazione della miniera del Bottino, negli anni Ottanta del Novecento.

 

Nannoniite e dacostaite sono rispettivamente il 94° e il 95° nuovi minerali scoperti in Toscana. Entrambi si sono formati a causa della circolazione di fluidi ricchi in F nel giacimento antimonifero delle Cetine di Cotorniano, aprendo quindi nuove problematiche sull’evoluzione di questi ambienti geologici. Essi ci testimoniano ancora una volta la complessità dei fenomeni naturali che hanno plasmato la nostra regione, indicando l’opportunità di continuarne lo studio, per comprenderne sempre più a fondo gli intimi segreti. Lo studio e la descrizione di queste nuove specie sono stati resi possibili dalla strumentazione del Centro per l’Integrazione della Strumentazione scientifica dell’Università di Pisa (C.I.S.U.P.) e, in particolare, il diffrattometro a raggi X per cristallo singolo Bruker D8 Venture e il microscopio elettronico a trasmissione JEOL JEM-F200.

I due strumenti del C.I.S.U.P. utilizzati per la caratterizzazione della nannoniite e dacostaite. A sinistra: diffrattometro di raggi X per cristallo singolo. A destra: microscopio elettronico a trasmissione.