Le gimnosperme del Monte Pisano
Le gimnosperme sono piante legnose con il corpo diviso in radici, fusto e foglie e caratterizzate dalla presenza di strobili.
Gli strobili sono le strutture che contengono e proteggono gli organi riproduttivi e possono essere considerati come dei fiori. Nelle gimnosperme appartenenti al gruppo delle conifere gli strobili sono sempre unisessuali, cioè divisi in maschili e femminili, e sono formati da foglie modificate (brattee) disposte a spirale su un asse ingrossato. Dopo l’impollinazione lo strobilo femminile si ingrossa formando la cosiddetta pigna che, a seconda delle specie, impiega da 1 a 3 anni per maturare. La pigna può essere ovale con brattee lignificate separate o più o meno fuse tra di loro (es.: pini, abeti e cedri); oppure rotonda (galbulo) legnosa (es.: cipressi) o carnosa (es.: ginepri e tasso). Raggiunta la maturazione, le brattee si aprono e i semi vengono liberati. Molti tipi di semi hanno una specie di ala (es.: abeti e alcune specie di pino) che facilita la loro dispersione (disseminazione) per mezzo del vento. Di solito la pigna matura cade a terra, ma ad esempio nell’abete bianco e nei cedri, cadono solo le brattee e sull’albero resta l’asse della pigna. Quindi ai piedi degli abeti bianchi e dei cedri non si trovano pigne intere.
Sul Monte Pisano vivono 15 specie di gimnosperme tutte appartenenti al gruppo delle conifere sempreverdi. Solo 4 specie, però, sono ritenute autoctone, le altre sono state piantate dall’uomo nel corso dei secoli e, in alcuni casi, si sono poi diffuse e naturalizzate.
Tra le specie naturalizzate ci sono: il cipresso (Cupressus sempervirens), il pino domestico (Pinus pinea), il pino d’Aleppo (Pinus halepensis) e il pino nero (Pinus nigra)
Le 4 specie autoctone sono: il ginepro comune (Junipers communis), il ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus macrocarpa), il pino laricio (Pinus laricio) relitto microtermo quaternario, presente soltanto con 9 individui nel comune di Buti (ANPIL stazione relitta di pino laricio) e molto probabilmente anche il pino marittimo (Pinus pinaster) che però è stato ampiamente diffuso anche dall’uomo.