Inganno e mimetismo nel mondo animale

La nuova esposizione temporanea “Kryptòs” è aperta, vi proponiamo un’intervista ai curatori Emanuele Biggi e Francesco Tomasinelli.

 

Come nasce l’idea di creare una mostra sul mimetismo?

Da sempre entrambi siamo affascinati dalla vita di animali come gli invertebrati, gli anfibi ed i rettili. Li studiamo per documentare tutti i modi incredibili grazie ai quali sopravvivono in natura.

Il mimetismo è uno dei temi più affascinanti delle scienze naturali, perché non interessa solo il camuffamento su uno sfondo, ma anche l’imitazione di altri organismi e ogni tipo di inganno. Negli ultimi 30 anni, inoltre, sono usciti vari studi interessanti su questo tema. Moltissimi degli esempi in mostra sono poco conosciuti e inusuali e li abbiamo inseriti anche nel nostro libro Predatori del microcosmo.

Oggi più che mai ci sono tante belle storie da raccontare sul mimetismo.

 

Quali sono state le fasi di realizzazione della mostra?

Prima di tutto ci siamo dedicati a ritrarre gli animali protagonisti della parte fotografica, nonché a filmarli in natura per creare la parte video presente negli schermi. La “base” delle storie fotografiche e video presenta alcuni dei casi più interessanti sulla terraferma e le ultime scoperte.

Abbiamo letto articoli scientifici e libri sull’argomento e contattato ricercatori per aggiornare le nostre conoscenze, prima ancora di uscire con la macchina fotografica. Successivamente abbiamo deciso di inserire anche i terrari con alcuni animali vivi, come le mantidi o gli insetti stecco, perché l’elemento “vivo” in una mostra come questa ci sembrava utile e necessario, soprattutto per incuriosire il pubblico che ha poca dimestichezza con questi temi.

Abbiamo suddiviso la mostra in due sezioni principali: “l’arte di apparire”, con gli animali che mettono in mostra le cosiddette colorazioni di avvertimento o che fingono di essere animali pericolosi, e “l’arte di nascondersi”, con quelli che cercano di scomparire nell’ambiente, anche assumendo forme e colori di foglie, rocce o rami.

 

Le fotografie in grande formato presenti nella mostra raffigurano specie provenienti da diverse parti del mondo, questo fa pensare che il viaggio abbia avuto un ruolo molto importante nella realizzazione dei materiali, amate questo aspetto del vostro lavoro?

Moltissimi esempi affascinanti di mimetismo sono presenti anche in Italia, ma è indubbio che il viaggio è una componente importante del nostro lavoro, perché ci permette di fotografare le specie più interessanti nel loro ambiente naturale, un aspetto molto importante per una mostra di questo tipo. Ovviamente lo abbiamo fatto con grande piacere, condividendo spesso le spedizioni con grandi esploratori e ricercatori come Nicola Messina o il Prof. Alessandro Catenazzi, a volte anche con le nostre consorti, che ci hanno accompagnato con passione. Viaggiare ai tropici può essere complicato e faticoso, ma è una attività entusiasmante, che suggeriamo a tutti gli appassionati. Ai fotografi consigliamo sempre di spendere in libri, viaggi ed esperienze più che in una attrezzatura fotografica sempre più raffinata.

 

La mostra, oltre ad essere arricchita da fotografie e video, presenta una selezione di interessanti animali vivi, da dove provengono? Di quali cure hanno bisogno?

Tutti gli animali presenti in mostra sono nati in cattività e provengono da ricercatori che li studiano o da appassionati che li allevano e li riproducono da generazioni.

La maggioranza delle specie sono originarie di paesi tropicali, anche perché, per vedere le specie locali, basta buon occhio e la volontà di osservare la natura che ci circonda. Gli animali in mostra, che siano mantidi, rane o insetti stecco, sono ambasciatori di mondi lontani che incuriosiscono il pubblico in modo che questo si appassioni anche alla natura italiana, nelle quali si incontrano specie simili, a volte magari meno “spettacolari” ma pur sempre degne di nota.

Gli animali di Kryptòs si prestano bene all’allevamento, nutrendosi di altri insetti (nel caso dei predatori) o di vegetali (nel caso degli insetti stecco). Nelle teche abbiamo riprodotto il loro ambiente naturale, tenendo anche conto delle esigenze di temperatura e umidità. Il personale del Museo stesso se ne occupa ogni giorno, monitorando la salute e la crescita. A volte gli animali si riproducono anche in mostra: è già successo con i fasmidi e le mantidi.

 

A quale specie, tra quelle presenti in teca, siete più affezionati? E perché?

Alcuni insetti, come le mantidi, vivono talmente poco che è difficile affezionarsi ad un singolo individuo. Francesco è legato alla mantide orchidea (Hymenopus coronatus) che è sicuramente una delle sue specie preferite, anche se una femmina adulta vive al massimo qualche mese, il maschio molto meno. Emanuele è particolarmente affezionato al falso serpente corallo (Lampropeltis triangulum campbelli), una femmina di nome Coraline, che si è anche riprodotta. Lo tiene da quasi 15 anni.

 

M.B.

 

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