Tra prati in fiore e sale del Museo

Il mio contributo al mondo è la mia abilità nel disegnare. È ancora sostanzialmente la stessa identica cosa che fu nella preistoria. Riunisce l’uomo e il mondo. Vive nella magia.
Keith Haring

Il fine settimana ha un suono lento, come una melodia dolce. Per chi corre freneticamente ogni giorno, il fine settimana pronuncia parole spesso incomprensibili, incapaci di spiegare come mai, anche il fiore che sboccia, in quei giorni sembra si apra più lentamente.
In Museo possono accadere magie: quando si osserva attentamente, quando si cammina in silenzio tra le sale, quando si disegna su un foglio il reperto appena visto.
E può accadere allora che quelle parole incomprensibili diventino un po’ più musica e un po’ meno frastuono.

Le giornate di sabato 4 e domenica 5 maggio hanno concluso il ciclo di incontri di illustrazione naturalistica “Disegnare al Museo”: guidati dall’illustratrice naturalistica e biologa Maria Elena Ferrari, e scaldati dal sole, i partecipanti si sono dedicati al “taccuino da viaggio naturalistico”. Hanno disegnato negli spazi verdi e in alcune gallerie del Museo, fissando – sui loro fogli – reperti della Galleria storica e della Sala degli orsi, curiosità della Wunderkammer, cieli e rondini in volo, fiori e fili d’erba dei prati e del Giardino del Monte pisano.
Momenti ricchi di bellezza, di osservazione lenta, di incontro attento con la Natura e con ciò che contiene, di riflessioni sulla curiosità e sull’importanza di emozionarsi.

Ringraziamo tutte le persone che hanno partecipato agli incontri e ringraziamo Maria Elena, condividendo queste sue belle parole: “Nello zaino non manca mai il mio taccuino da campo. I taccuini sono per me una continua fonte di ispirazione, scrigni di emozioni e ricordi che danno voce all’esploratrice che è in me, testimoni dei miei “viaggi in natura”: Africa, Olanda, Seychelles, ma anche il giardino di casa o un museo di storia naturale… ovunque ci sia qualcosa che mi emozioni o incuriosisca.”

“Ieri sono stato in un prato a disegnare. Spero di prenderla come abitudine” è invece il pensiero di uno dei partecipanti qualche giorno dopo l’incontro.
Chissà che il Museo non aiuti un po’ a farci assaporare quel ritmo lento, quel vento leggero e quella melodia dolce che talvolta facciamo fatica ad ascoltare.

 

S.B.

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