Un nuovo arrivato
L’ultimo arrivato al Museo di Storia Naturale è uno zifio.
Se non avete mai sentito nominare questo simpatico cetaceo, non preoccupatevi: per quanto si tratti di una creatura relativamente comune nei nostri mari, non è facile vederne uno, perché abita acque molto profonde. Addirittura, lo zifio detiene il record tra i cetacei per profondità raggiunta (2.992 metri, con ben 135 minuti di apnea!). Il 22 dicembre 2017 il “nostro” zifio si è sfortunatamente spiaggiato a Castagneto Carducci: era lungo ben 5,38 metri per un peso complessivo di oltre 38 quintali. Sul posto sono intervenuti Università di Siena, Istituto Zooprofilattico sezione di Pisa, ARPA Toscana e la task force Nazionale nata dalla collaborazione fra Ministero dell’Ambiente e l’Università degli studi di Padova (_Cetacean stranding Emergency Response Team _CERT).
Inutili i tentativi di riportarlo in acque aperte: lo zifio è morto il 23 dicembre. Da quale patologia sia stato colpito ce lo diranno i risultati della analisi attualmente in corso sulle parti che sono state prelevate: gli organi interni, gran parte della massa muscolare, la pinna caudale e quella dorsale. Effettuate queste asportazioni, dello zifio restavano “solo” 270 kg di carcassa, che il 9 gennaio è stata portata dai nostri tecnici al Museo di Storia Naturale con tutte le difficoltà che potete immaginare (non si può mettere un corpo di zifio nel bagagliaio di una panda!).
Al Museo è iniziata l’ardua (e non proprio gradevole) opera di pulizia, per separare la carne marcia dallo scheletro: gli operai che al momento lavorano all’allestimento dei mammiferi, quasi al capo opposto dell’edificio, hanno avuto la sfortuna di trovarsi sottovento mentre i nostri tecnici lavoravano di scalpello, immersi nello zifio fino alle ginocchia. Incuriositi e confusi, si sono recati a vedere di cosa si trattava ma sono stati prontamente ricacciati indietro dall’odore nauseabondo.
Al momento, in attesa della famigerata inaugurazione della galleria dei mammiferi, prevista per il 23 febbraio, le parti rimanenti dello zifio sono in macerazione (per farla semplice: le ossa, con i residui di carne attaccata, stazionano in dei colossali secchi, immerse in un’acqua putrida dal colore rossastro).
Le aspetta la pulitura finale: riscaldamento in acqua e sgrassatura. A seguire avrà luogo la ricostruzione anatomica e la numerazione progressiva dei reperti.
La speranza è quella di ultimare la preparazione entro il giugno 2018.
L.B.
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