Fine 1500: le origini del Museo

Verso la fine del Cinquecento in tutta Europa proliferano le cosiddette Wunderkammern o Raritatkammern (“Camere delle meraviglie” o “Camere delle rarità”).
Assemblate da sovrani, principi e signori appassionati di scienza, queste collezioni includono ogni genere di reperto, senza ordine apparente e senza altro criterio che la rarità e la bizzarria.

1600-1700: declino e ascesa

Intorno alla metà del XVII secolo la Galleria pisana va incontro a un periodo di decadenza: nel 1672 il cardinale Leopoldo dei Medici commissiona al danese Niccolò Stenone la stesura di un nuovo inventario degli oggetti presenti nella Galleria, con l’incarico di scegliere e prelevare certe curiosità per la Galleria che si comincia a Firenze.
Malgrado ciò, nel corso del Seicento la Galleria continua ad arricchirsi, grazie all’inglobamento delle collezioni personali dei vari Prefetti.

1800: l’autonomia e la fortuna

Nel 1814 l’Università di Pisa imbocca una svolta storica, rinunciando all’approccio enciclopedico ormai datato e scegliendo di suddividere ufficialmente in settori disciplinari distinti una scienza ormai troppo vasta.
Al professor Gaetano Savi viene affidata la Botanica e al professor Giorgio Santi la Zoologia, la Geologia e la Paleontologia; di conseguenza, ai due sono assegnate rispettivamente la direzione del Giardino dei Semplici, ora Orto Botanico, e quella del Museo, che diviene centro amministrativo autonomo.

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Galleria dei minerali chiusa per lavori di riallestimento fino a data da destinarsi. Leggi l'avviso completo

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