Un Museo che stimola l’immaginazione
Inaugurato nel 2014, conta ormai più di 3 anni il progetto “La Natura tra le mani”: una serie di incontri dedicati a persone affette da Alzheimer e a chi se ne prende cura. Oggi una nuova visita al Museo degli ospiti e operatori delle residenze sanitarie assistite della Valdera, storici habituè che hanno già avuto modo di visitare la Galleria dei Cetacei, gli Acquari e diverse mostre temporanee. Questa è stata la volta della Galleria Storica, recentemente riallestita e inaugurata a maggio 2017 in tutto il suo nuovo (e antico) splendore.
I visitatori hanno espresso curiosità, sorpresa ed entusiasmo di fronte alla alte vetrine contenenti i reperti storici e i preparati naturalistici. La visita non poteva tralasciare la ricostruzione della Wunderkammer o Camera delle Meraviglie, che, a distanza di 500 anni dalla sua ideazione, non ha mancato di sortire il suo effetto: meravigliare! Infine, i visitatori si sono radunati in cerchio davanti alla vetrina degli uccelli esotici per il consueto programma di narrazione “TimeSlips”, specificamente studiato per malati di Alzheimer e affetti da demenza senile: si tratta di un metodo fondato sull’immaginazione condivisa, nel quale i partecipanti sono invitati a evocare e rievocare i pensieri, le parole, le riflessioni che vengono loro suscitate dalla vista di un particolare spettacolo, al fine di redigere una storia.
Oggi tra i presenti c’era un’ospite speciale, Luciana Fiori, nipote di quell’Adriano Fiori che è stato autore della Nuova Flora Analitica d’Italia. La signora Fiori, ispirata dagli esemplari esposti ha rievocato le “imprese” di suo nonno, i suoi studi e i suoi viaggi in Eritrea all’inizio del secolo scorso.
Alla signora Fiori e agli altri ospiti, agli operatori geriatrici va il ringraziamento del personale del Museo per il coinvolgimento suggestivo e ricco di emozioni di queste esperienze.
BECCONE ovvero VIAGGIO NEL MONDO DEGLI UCCELLI
Siamo in Africa, ci sono diversi uccelli: un pellicano, un pappagallo con la cresta di nome Sinderello, un pappagallo verde di nome D’Onofrio e un pappagallo rosso comunista di nome Florinda.
Il mio babbo è stato in Africa e mi portava dietro, ma non mi portava per animali, perché aveva paura delle malattie.
Lui andava a prendere delle lance lunghe con cui ammazzava gli animali esotici e ogni tanto anch’io ne toccavo da lui.
Anche il nonno tutti gli anni andava in Africa per le sue ricerche.
È difficile trovare persone che vadano in Africa per altre cose: chi ci va, va per fare una gita.
Ma in Africa ci sono anche dei cacciatori e gli uccelli non volano via dai boschi tutti insieme: volano a strati, vanno via lontano e poi ritornano; o almeno la maggior parte diceva che sarebbe tornata.
C’è anche un uccello del paradiso con la lunga coda. Vuol dire che forse siamo in America?
Gli uccelli partono e vanno al campo, sono per metà maschi e per metà femmine.
Stanno bene insieme, non è come quando tutti i maschi vanno in America e lasciano a casa le mogli.
Quando si accoppiano fanno rumore: fanno cru cru cru, ma alcuni fanno come i piccioni: glu glu glu! E quando vanno a fare quelle cose lì, nel becco mettono dei mattoni e li portano con sé.
E chi lo sa cosa ci fanno?
Qualcosa faranno senz’altro, quando stanno insieme accovacciati cosa faranno mai? Era sempre stato così e può essere così anche ora.
Stanno bene, forse avranno anche una famiglia, ma non so come la chiamano.
Fanno i nidi con la roba che trovano per terra, ma più ne dici e peggio è!
E come fanno per mangiare? Vedrai che qualcosa faranno.
Fanno da loro, lo sanno, vanno nel prato e prendono i fagiolini e non lavorano mai!
Stanno bene, credo di sì, perché svolazzano nel cielo da tutte le parti.
Sono uccellini che cantano, vanno da una parte e cantano una canzone.
Che canzone cantano? Cantano una canzone bella che ti fa sentire bella: “Mamma, solo per te la mia canzone vola…!”
Il pellicano paperone è il babbo e si chiama Beccone o Paperone.
Eh, marito e moglie saranno stati insieme in quei giorni lì.
La compagna del paperone sono io: sono Bella Bianca Maria.
Eh, bisogna stare attenti a tutto, perché è un mondaccio!
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