Diario del museo
Oltre la soglia di una Certosa del Trecento, ti aspetti… Ragnatele? Un religioso, ancestrale silenzio? Gli spettri assorti dei certosini? Certo NON ti aspetti l’istante sospeso nel tempo di una caccia al cinghiale, la creatura ferita che lotta con i cani; non ti aspetti esemplari rarissimi di specie estinte miracolosamente conservati, né gli scheletri colossali delle balene.
Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa è così, una contraddizione vivente, una sovrapposizione di epoche e di bellezze dove alcuni tra gli esemplari tassidermizzati più antichi al mondo popolano i corridoi affrescati, dove la collezione di cetacei più completa d’Italia si staglia su un portico a vetrate affacciato sul Monte Pisano, dove nelle cantine trecentesche, su quelli che erano i supporti dei tini, troneggiano le vasche dell’acquario d’acqua dolce più grande del Paese. È un luogo dove, passeggiando nell’incantevole Corte d’Onore, puoi sentire il ruggito di un dinosauro; dove mentre osservi uno dei pochi esemplari rimasti al mondo di alca impenne, puoi vedere uno dei gatti della colonia che scivola oltre il vetro di una finestra.
Ma il Museo è anche un mondo sommerso invisibile agli occhi del visitatore. Un mondo fatto di storie, di oggetti, di persone. I magazzini del Museo ospitano reperti che per motivi di spazio o di conservazione non possono essere esposti, eppure raccontano storie uniche e originali. Intorno ai reperti ruota tutta la vita del Museo e delle persone che tutti i giorni si impegnano per studiarli, conservarli, restaurarli, esporli, raccontarli. Questo blog è una finestra aperta sulla vita del Museo, un modo per farvi entrare dietro le quinte a curiosare un po’, per condividere con voi aneddoti, curiosità e imprevisti di un posto vivo e meraviglioso, dove ogni giorno è diverso dall’altro.
Il girino Peter Pan
L’acquario viene generalmente associato ai pesci, ma essi non sono i soli animali che possono essere ospitati in un microhabitat circondato da vetro. Nella sezione della galleria degli acquari dedicata all’evoluzione i visitatori possono trovare l’Axolotl (Ambystoma mexicanum (Shaw, 1789)), un anfibio esposto per rappresentare i vertebrati che hanno effettuato il passaggio dalla vita acquatica alle terre emerse.
Il Museo dà i numeri!
Il Museo chiude in bellezza il 2018 con il nuovo record di visitatori, oltre 71.000, superando così anche il record del 2016 di 65.000 visitatori. Il pubblico premia l’impegno del direttore del Museo, professor Roberto Barbuti, e del personale, che nel 2018 hanno lavorato intensamente per rinnovare le esposizioni e offrire al pubblico una ricca e variegata programmazione culturale con eventi di divulgazione dedicati ai visitatori di tutte le età.
Dietro le quinte di una mostra
Come già annunciato, prossimamente verrà inaugurata la sala dei primati completamente ripensata e rinnovata in ogni suo aspetto. Molte saranno le sorprese che vi attenderanno come i numerosi e ricchissimi diorami dedicati ai cinque continenti e gli animali delle collezioni ottocentesche profondamente restaurati. Dove sono stati ricoverati tutti i primati in attesa delle loro nuova musealizzazione?
L’incanto e la sorpresa sono il miglior regalo
20 agosto 2018. Le scuole sono chiuse per le vacanze estive, la città quasi deserta. Siamo nella biglietteria del Museo. 15 bambini sono in fila ordinata e intonano una canzoncina ai presenti per ringraziarli dell’ospitalità ricevuta. Sono emozionati, l’attenzione è tutta per loro, ma decisi e preparati!
Estate al Museo!
Libertà e sole alto, amaca e sonnellino, stelle e lucciole, cicale e cielo azzurro, calura meravigliosa e profumi intensi. Questa è l'estate nel cuore di molti. Ma... cosa succede al museo quando le grandi inaugurazioni finiscono, quando gli studenti delle scuole e i bambini dei campi estivi terminano le loro attività, quando gli eventi diminuiscono?
Yoga e Museo, un connubio possibile?
L’esperienza “Yoga flow” dello scorso 15 giugno sembra proprio confermare che questo sodalizio funzioni per due motivi: il primo riguarda il ruolo del Museo e in particolare la cosiddetta “terza missione” come capacità del Museo di relazionarsi con la comunità e con il territorio dando valore sociale al patrimonio conservato, attraverso attività pratiche, partecipative, inclusive.